Tutti siamo soli in questo mondo.
Molti pensano di esserlo più di altri.
Qualcuno lo è.

9.9.09


Quando cadi in avanti il mondo si fa asfalto. Senti le ginocchia bruciare e ti chiedi se stiano sanguinando. Poi si fondono nel terreno e sai che non ti alzerai più. L'importante allora è farsene una ragione, puoi riuscirci, il mondo è affascinante da qualunque punto di vista. Direi di sì, stanno sanguinando, ne sono più che sicuro. In avanti posso ancora andare: è una flessione, poggio l'orecchio destro. Ogni tre macchine una rallenta, tanto che riesci a vedere i cerchioni rovinati. Sono quasi sempre rovinati. Potrei forse capire se chi guida è un uomo o una donna da quanto lo sono, ma dovrei avere delle conferme, qualcuno dovrebbe fermarsi, far scendere un tacco o un mocassino, far apparire una cicca sotto la suola. Le moto non rallentano, mai. Potrei capire se si tratta di un uomo d'affari o di un ragazzo dal tipo di scarpa, potrei vedere quanto sono sporche, intravedere il calzino. Ogni tanto passa un camion pure l'asfalto trema. Quelli sono degli imperatori e per un minuto poi non vedo più niente, accecato e tutto bianco e quasi vorrei che rimanesse così. La scarpa da ginnastica però potrebbe rappresentare un vero enigma.

Ma si ferma una ballerina. Strano, avrei scommesso su una scarpa maschile, magari da ginnastica, ma inequivocabilmente maschile. Sono due paia di ballerine. Mi afferrano e mi rigirano e l'asfalto si fa stelle. Meravigliose, luccicanti stelle guidano la rotta della mia fantasia. Vorrei morire guardando la via lattea. E sfiorato appena dalle scarpette basse che ancora avverto con i peli delle braccia. Spuntano due facce tonde tonde che sanno cosa è bene e si prendono cura di me. Non devo parlare e non devo decidere, non ce n'è bisogno, ci pensano le due belle faccette rotonde. Chiudo gli occhi e immagino di essere baciato sul mio altare di morte e così, finalmente, essere svegliato. La maledizione che mi ha ridotto in questo stato si rompe, le forze del male soccombono e io vivrò sempre felice e contento con la mia principessa salvatrice. Credo di non star sanguinando dalle ginocchia, forse mi sono solo pisciato sotto. Non sarebbe elegante davanti alla mia principessa.

Qualche mese o forse anno dopo sono su un'ambulanza che corre sul mio mare di asfalto a sirene spiegate. Io ho dormito in questi anni e così le faccette tonde si sono fatte maschili. A pensarci bene se io fossi la principessa sarebbe tutto più adeguato e forse solo così il sortilegio si potrebbe rompere. E mi accarezzano il viso e mi stringono forte il braccio. Ora sento vomitare. Davvero non so come ho fatto, ma vi giuro, mia giuria, che sono riuscito a prendere il secchio e a farlo tutto dentro. Senza schizzare. Ve lo giuro mia giuria. E ho colto l'occasione per un controllo che consiste nel controllare i miei pantaloni e vedere che non me la sono fatta addosso e ricevere i complimenti di tutti i presenti, ve lo giuro, grandi strette di mano, mia giuria, ci sono tutti e un gran buffet e striscioni e palloncini colorati e un regalo tutto nuovo con sopra, ma che simpatici, un grande fiocco di neve e mille altri fiocchi di neve che cadono su quella strada dove fino a pochi secondi fa ero sdraiato, sconfitto, in lacrime. Mio Dio! Ma chi l'ha detto che solo toccando il fondo ci si può dare la spinta necessaria per risalire? Da quando sono nato non sono mai riuscito a liberarmi da queste sabbie mobili e solo ora che più non respiro mi rendo conto di tutti gli appigli che ho avuto in questi anni e che non ho afferrato. Solo ora che i miei occhi sono chiusi ricordo quanto fosse il tempo in cui li ho tenuti aperti e quanto mi sarebbe stato difficile aprirli di nuovo.

L'ambulanza arriva in ospedale. Mi salveranno, lo so, il loro intervento è tempestivo e io sono troppo ubriaco per dir loro che non lo gradisco.

2 commenti:

  1. "L'importante allora e farsene una ragione", c'è un typo, credo.

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  2. E se fosse una licenza poetica? Mmmh... No, no, mi sa che è proprio un typo.

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